PROGRAMMA: Ritorno – uno della montagna di Peppo Sacchi e Aldo Blotto Baldo prod. Aldo Blotto Baldo e Cine Club Biella (1958 – 25') Quinta colonna di Peppo Sacchi prod. Cine Club Biella (1962 – 14') Derelict land di Cocito&Pastore, da un soggetto di Maurizio Pellegrini prod. Stefilm, Legovideo, VideoAstolfoSullaLuna (1998 – 9') E' stato recentemente recuperato e digitalizzato, grazie al lavoro di conservazione di Giorgio Pisca, uno dei più importanti e significativi film biellesi, Ritorno, uno della montagna, prodotto e finanziato da Aldo Blotto Baldo nel 1958. Girato il pellicola 16mm, con la regia dello stesso Aldo Blotto Baldo e di Peppo Sacchi, Ritorno è una fiction ambientata tra la montagna e le fabbriche biellesi che testimonia i mutamenti sociali indotti dall'industrializzazione nel dopoguerra, con lo spopolamento delle montagne e il concentrarsi della forza lavoro nelle fabbriche cittadine. Un film girato con discreta disponibilità di mezzi e pellicola, grazie all'apporto produttivo di Blotto Baldo, caso unico di committenza industriale biellese a un cinema senza fini promozionali. Del film si erano quasi perse le tracce. Ne circolava una copia 8mm in pessime condizioni e con un sonoro molto rovinato. Giorgio Pisca ha ritrovato, tra le pellicole ereditate dalla cineteca personale di Aldo Blotto Baldo, una pizza 16mm in buono stato di conservazione ma sfortunatamente priva del sonoro. Oltretutto la versione 16mm differiva da quella 8mm per alcune immagini e scene aggiunte o tagliate. Maurizio Pellegrini di VideoAstolfoSullaLuna ha curato il lavoro di recupero della versione originale del film: la parte visiva è stata digitalizzata in telecinema alla Nova Rolfilm di Torino, l'audio è stato estratto dalla copia 8mm e ri-sincronizzato scena per scena sulla nuova versione, recuperando da 8mm anche le scene mancanti. Oggi è finalmente possibile rivedere questo piccolo importante film che racconta un momento cruciale della storia biellese e conserva immagini preziose di luoghi che non esistono più: il trenino della Balma, il bar e la vecchia stazione di Biella, il luna park in Piazza Martiri, l'osteria Robazza in piazza Battiani, le case popolari di via Mazzini. La fabbrica che si vede nel film è il Lanificio Cerruti. Quello per fortuna c'è ancora. Saltiamo al decennio successivo con il film Quinta colonna, una piccola divertente fiction che affronta con leggerezza, e un briciolo di razzismo, il fenomeno dell'immigrazione dal meridione. La regia è ancora di Peppo Sacchi e ne sono protagonisti due artisti scomparsi che i biellesi ricordano con affetto: l'attore Adriano Delmastro e il pittore Armando Santi. Anche qui, come vedremo, l'industria ha il suo ruolo nella determinazione dei rapporti sociali. Era il 1962, soltanto un anno più tardi apriva i battenti, in piazza Fiume, la prima pizzeria biellese. La rassegna si chiude con un film di fine anni '90, forse l'ultimo film biellese ad essere stato girato in pellicola. Era il 1998, una troupe dei registi Cocito&Pastore, conosciuti per i famosi Intervalli di Rai3, girò con Maurizio Pellegrini il cortometraggio Derelict land, concepito come demo per un documentario televisivo sull'abbandono delle fabbriche nel distretto tessile biellese. Il documentario, prodotto da RaiSat, sarà ultimato e trasmesso nel 2001 con il titolo Come fossili cristallizzati nel tempo. Il breve demo Derelict land, rivisto a quasi vent'anni di distanza, rimane un ritratto significativo (e tristemente profetico) di un territorio che già mostrava evidenti i segni di una crisi profonda.