Sono 9 le regioni resesi disponibili ad un referendum sulla riforma della geografia giudiziaria (settembre 2013 )dov'è prevista la chiusura di 30 tribunali (ed altrettante procure), insieme a 220 sezioni distaccate e 667 uffici dei giudici di pace. In realtà non è tutto perché, alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto legislativo 155/2012, c’è stata un’altra sorpresa, non del tutto piacevole; oltre ai tribunali traslocheranno anche i presidi di polizia giudiziaria delle sedi cancellate, e per questa decisione non riceveranno nessun indennizzo per il trasferimento. Per rendere vano questo provvedimento , la Costituzione prevede che le regioni siano almeno cinque, come stabilisce l’articolo 75 della stessa , numero minimo per affidare al giudizio popolare il destino di una norma. Numero che è stato raggiunto in fretta vista l’immediata disponibilità di Marche, Puglia, Calabria, Abruzzo e Basilicata. Adesso però si sono aggiunte altre 4 regioni a rafforzare questa volontà; Liguria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Campania. Dunque 9 complessivamente, quanto basterebbe secondo l’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) ad attirare l’attenzione del Governo ed ottenere , come richiesto in una lettera al premier Letta la sospensione del provvedimento, e l’istituzione di un tavolo per disegnare “la vera riforma dei tribunali”.