Le Sue opere si caratterizzano per un'interrelazione tra una parte iconica e figurativa e una linguistica, l'oggetto della rappresentazione, il mondo del lavoro, e il modo con cui quel mondo viene rappresentato, le parole-frasi che formano e danno corpo a quelle rappresentazioni, anche il concetto di lavoro viene raffigurato attraverso due diverse modalità. Emerge così dalle opere una volontà di denunciare come oggi l'economia reale, e per questo visibile, sia soggiacente a livello strutturale e per questo implicito, se non smaccatamente nascosto, al mondo finanziario. Pivotto indica come il lavoro reale, qui rappresentato nelle sue varie tipologie (muratori, agricoltori, siderurgici, artigiani, ecc.), sia oggi solo l'aspetto esteriore di un mondo e di un potere che si nasconde sottotraccia, sottopelle, e che per questo fagocita e cannibalizza la fatica e la sorte stessa di chi quel lavoro compie quotidianamente. Lo vogliamo ricordare attraverso le sue opere ; una serie di lavori che si concretizzano in quadri che devono essere ascoltati e non visti, letti e non ammirati.