Ancora un botta e risposta tra esponenti del governo italiano e il vicepresidente della Commissione Europea responsabile all’industria Antonio Tajani. Al centro, lo scottante tema del pagamento dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle aziende fornitrici di beni e servizi. In gioco ci sono soprattutto decine di miliardi di euro di arretrati da liquidare al più presto per evitare che le aziende falliscano e che nei confronti del’Italia venga aperta una nuova procedura d’infrazione, come minacciato più volte da Tajani in queste ultimi mesi. A sgombrare il campo da equivoci e fraintendimenti, ci ha provato il 5 giugno ,il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio con un messaggio postato su Facebook. “Sono sempre stato molto chiaro: i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione saranno nel 2014. Il governo ha garantito a più voci, compresa la mia, che il pagamento avverrà entro quest’anno e che i nuovi meccanismi permetteranno di evitare nuovi accumuli di debiti”. Per il sottosegretario “è quindi senza fondamento quello che il commissario Antonio Tajani va dicendo in questi giorni. Se vuole continuare a diffondere notizie prive di fondamento a fini elettorali se ne assumerà la responsabilità davanti agli imprenditori e al Paese”. La replica del vicepresidente uscente dell’esecutivo europeo non si è fatta attendere. “Sul ritardo dei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione Delrio contraddice se stesso”, ha detto Tajani. “Oggi dice che pagherà entro il 2014, invece il 14 maggio, in un’ intervista al Corriere della sera, aveva annunciato che la gran mole del debito sarebbe stata pagata entro i primi tre mesi del 2015. Cambiando idea ogni giorno – ha detto ancora Tajani – è lui a diffondere notizie che generano confusione fra le imprese, sempre più a rischio fallimento. E’ Delrio che dovrà assumersi le responsabilità dei suoi ondeggiamenti di fronte al Paese. L’unica cosa che deve fare è pagare al più presto tutto ciò che la Pubblica Amministrazione deve ai privati”. Attualmente in aspettativa dall’incarico europeo in quanto candidato a un seggio al Parlamento di Strasburgo nelle fila di Forza Italia, Tajani ha ripetutamente avvisato l’Italia: se non rispetterà quanto prima le disposizioni della nuova direttiva Ue - che oltre alla liquidazione degli arretrati impone di effettuare i pagamenti entro un limite massimo di 30 giorni, estendibile a 60 solo per alcuni settore come la sanità – dopo le elezioni e prima di lasciare definitivamente il suo incarico (cioè entro il primo luglio) invierà a Roma una lettera di messa in mora, primo passo della procedura d’infrazione. Un’azione, quella di Tajani, criticata oggi anche dal sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi. “Non serve a nulla ed è molto dannosa per l’Italia”. Il governo, ha ricordato Gozi, ha fatto del pagamento del debito una “grande priorità”. Ma Bruxelles appare comunque ancora decisa ad andare avanti per la sua strada. (ANSA)